IL PREGIO NON ESISTE

  di Carlo Gaudiello

  Che cosa sono i  cosiddetti immobili di pregio che di pregio non sono.

Non è un gioco di parole. Cerchiamo di spiegarci.

Gli immobili di pregio non esistono.

La qualità di pregio è un’etichetta astratta. Non esiste alcuna tipologia in letteratura che qualifichi gli immobili di pregio e non di pregio.

Tutt’al più si qualifica catastalmente “di lusso” un immobile che presenta caratteristiche costruttive e di rifinimento di particolare pregio.

L’unico elemento che discrimina gli immobili è il loro valore commerciale.

Il valore commerciale di un immobile già ricomprende eventuali elementi di pregio.

Si deve quindi ritenere che per il legislatore gli immobili di pregio sono quelli di più elevato valore commerciale. Se così fosse potremmo effettivamente dire che gli immobili di maggiore valore sono di pregio e di conseguenza, essendo più appetibili dal punto di vista commerciale, la circostanza che siano più o meno occupati influenza relativamente il loro valore.

Purtroppo il conseguente D.M. del 31 luglio 2002 ha individuato cinque criteri per l’individuazione degli immobili di pregio talmente illogici ed iniqui tali che la loro concreta applicazione sul territorio nazionale individua come di pregio immobili il cui valore commerciale è di 1500,00 euro al metro quadro, come ad esempio quelli situati nel centro storico di Livorno,  mentre esclude dal pregio immobili situati in zone centrali di  Roma e Milano, che per proprie scelte urbanistiche si sono dotate di un centro storico più limitato, e concedendo a questi l’abbattimento del trenta per cento anche se il loro valore si aggira attorno ai 4250 euro al metro quadro. E’ questo un criterio per valorizzare il patrimonio pubblico come promette la legge 410/01?

Se lo Stato voleva realizzare il massimo dalla vendita del proprio patrimonio poteva porre un solo criterio: concedere un abbattimento sul prezzo delle unità  immobiliari “occupate” tenendo conto in parte del  loro valore di mercato. Ma come ben sappiamo la vendita di un patrimonio immobiliare non è solo un’operazione economica e la sua buona e rapida riuscita richiede il coinvolgimento attivo degli inquilini  in special modo se questi occupano  un appartamento da 30 o 40 anni, anche per i risvolti umani che comporta per persone anziane di lasciare il quartiere dove hanno vissuto una vita intera.

Era quindi prevedibile ed inevitabile il diffuso contenzioso amministrativo e civile posto in essere dagli inquilini degli edifici definiti di pregio per difendere i propri diritti.

Un contenzioso che di fatto ne blocca da quattro anni la vendita con pregiudizio anche per la finanza pubblica.

Ci auguriamo che il nuovo Parlamento, con buon senso,  voglia riparare agli errori fatti in precedenza modificando l’attuale normativa con l’eliminazione dei criteri causa di discriminazione fra tutti gli inquilini.

 

Napoli, 21.03.2006