IL
PREGIO NON ESISTE
Non
è un gioco di parole. Cerchiamo di spiegarci.
Gli
immobili di pregio non esistono.
La
qualità di pregio è un’etichetta astratta. Non esiste alcuna tipologia in
letteratura che qualifichi gli immobili di pregio e non di pregio.
Tutt’al
più si qualifica catastalmente “di lusso” un immobile che presenta
caratteristiche costruttive e di rifinimento di particolare pregio.
L’unico
elemento che discrimina gli immobili è il loro valore commerciale.
Il
valore commerciale di un immobile già ricomprende eventuali elementi di pregio.
Si
deve quindi ritenere che per il legislatore gli immobili di pregio sono quelli
di più elevato valore commerciale. Se così fosse potremmo effettivamente dire
che gli immobili di maggiore valore sono di pregio e di conseguenza, essendo più
appetibili dal punto di vista commerciale, la circostanza che siano più o meno
occupati influenza relativamente il loro valore.
Purtroppo
il conseguente D.M. del 31 luglio 2002 ha individuato cinque criteri per
l’individuazione degli immobili di pregio talmente illogici ed iniqui tali che
la loro concreta applicazione sul territorio nazionale individua come di pregio
immobili il cui valore commerciale è di 1500,00 euro al metro quadro, come ad
esempio quelli situati nel centro storico di Livorno, mentre
esclude dal pregio immobili situati in zone centrali di
Roma e Milano, che per proprie scelte urbanistiche si sono dotate di un
centro storico più limitato, e concedendo a questi l’abbattimento del trenta
per cento anche se il loro valore si aggira attorno ai 4250 euro al metro
quadro. E’ questo un criterio per valorizzare il patrimonio pubblico come
promette la legge 410/01?
Se lo Stato voleva realizzare il massimo dalla
vendita del proprio patrimonio poteva porre un solo criterio: concedere un
abbattimento sul prezzo delle unità immobiliari
“occupate” tenendo conto in parte del loro
valore di mercato. Ma come ben sappiamo la vendita di un patrimonio immobiliare
non è solo un’operazione economica e la sua buona e rapida riuscita richiede
il coinvolgimento attivo degli inquilini in
special modo se questi occupano un
appartamento da 30 o 40 anni, anche per i risvolti umani che comporta per
persone anziane di lasciare il quartiere dove hanno vissuto una vita intera.
Era quindi prevedibile ed inevitabile il diffuso
contenzioso amministrativo e civile posto in essere dagli inquilini degli
edifici definiti di pregio per difendere i propri diritti.
Un contenzioso che di fatto ne blocca da quattro anni
la vendita con pregiudizio anche per la finanza pubblica.
Ci auguriamo che il nuovo Parlamento, con buon senso,
voglia riparare agli errori fatti in precedenza modificando l’attuale
normativa con l’eliminazione dei criteri causa di discriminazione fra tutti
gli inquilini.
Napoli, 21.03.2006