Onorevoli Deputati, Senatori

Membri del Governo Prodi

Il sottoscritto Alessandro Arezzo, nato a Messina il 6 febbraio 1945 e residente a Roma Via Nicola Salvi 68, telefono 338 84 353 84, nella veste di presidente dell’Associazione tra gli Inquilini INPS dello stabile di Via Nicola Salvi 68 di Roma, si onora di raccomandare alle SS. LL. l’emendamento aggiuntivo (infra Corsivo”) alla proposta di legge Atto Camera numero 2063 dei deputati Tolotti ed altri sulle “Modifiche all'articolo 3 del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351 in materia di prezzo di vendita degli immobili previdenziali definiti di pregio”, che reca, tra l’altro:

1. All'articolo 3 del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito con modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. 410, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

al comma 8, le parole: «, escluse quelle di pregio ai sensi del comma 13,» sono soppresse;

a)      il comma 13 è abrogato;

b)      al comma 14, le parole: «non di pregio ai sensi del comma 13» sono soppresse;

c)      al comma 20, le parole: «, escluse quelle considerate di pregio ai sensi del comma 13,» sono soppresse”.

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”1 bis. All’articolo 11-quinquies della legge 2 dicembre 2005, n. 248 sono apportate le seguenti modificazioni:

 

a)      il comma 7 é abrogato.”

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Quanto precede ha le seguenti motivazioni: Urgenza di rimediare ai gravi danni e pregiudizi subiti dagli inquilini degli immobili siti di Via Nicola Salvi n. 68 e di Via Monte Oppio n. 12, che l’art. 11-quinquies, comma. 7, della legge 2 dicembre 2005, numero 248 ha escluso dalle procedure di vendita di cui al decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 novembre 2001, n. 410.

 

Il comma 7 dell’articolo 11-quinquies della legge 2 dicembre 2005 numero 248, infatti, è in contrasto con diversi principi costituzionali: con l’art. 3 (sull’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge), con l'art. 24 (sulle ordinarie facoltà difensive per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi), esso lede arbitrariamente la certezza dei rapporti giuridici instaurati, contravviene il principio dell’effettività della tutela giurisdizionale, interviene, in modo persino maldestro, per annullare gli effetti del giudicato definitivo del Consiglio di Stato, viola il legittimo affidamento sorto negli interessati riguardo all’acquisto degli immobili e, dunque, del bene della vita in precedenza e da molti anni loro attribuito.

 

Il comma 7 dell’articolo 11-quinquies della legge 2 dicembre 2005 numero 248 é stato introdotto in sede di conversione del decreto-legge numero 203/2005, con apposizione del voto di fiducia sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica, senza previsione di copertura economica, al fine dichiarato di vanificare il contenuto precettivo di una sentenza del Consiglio di Stato passata in giudicato (Decisione del Consiglio di Stato numero 5960 del 26 ottobre 2005).

 

Non vi era alcun’altra ragione d’esclusione dalle procedure di vendita ex lege 410/2001 degli immobili di Via Nicola Salvi n. 68 e di Via Monte Oppio n. 12 di Roma se non di pura ritorsione per il giudicato favorevole del Consiglio di Stato. Si tratta di una norma-provvedimento contro soggetti predeterminati che discrimina quegli inquilini e solo quelli.

 

Il Governo Berlusconi non si è mosso sul piano generale ed astratto, esso si è ingerito con draconiana determinazione sulla materia di una sentenza, passata in giudicato, che lo aveva visto soccombente, determinando un’indebita interferenza sul potere giurisdizionale, in violazione degli artt. 101, 102, 104 e 113 della Costituzione.

 

Tutto quanto premesso, con la sollecita abrogazione del comma de quo, si potranno inserire nuovamente gli immobili di Via Nicola Salvi n. 68 e di Via Monte Oppio n. 12 di Roma nelle procedure di vendita ex lege 410/2001, e si potrà permettere agli attuali conduttori di acquistare  –   con grave ritardo –– le unità immobiliari delle quali sono assegnatari legittimi alla stregua di tutti gli altri conduttori degli immobili già di proprietà degli enti previdenziali, determinando così un piccolo ristoro per le finanze pubbliche.

 

Cordiali saluti

 

Roma,  12/03/2007                                                     Alessandro Arezzo