Dirimpettaia interna al palazzo

             ma… ..di pregio

di Alberto Aveta

 

<<Signora Maria,volevo chiedervi:come è andata a finire la questione della casa ?>>.

<<Signora Concetta, niente! Mio marito dice che sta tutto in mano agli avvocati e al Tribunale>>.

<<Gesù, Gesù. Stiamo nello stesso palazzo, noi siamo diventati proprietari e voi tenete questa situazione ancora appesa. Ma da quanto tempo ?>>.

<<Mò, Signora, sono quasi cinque anni. La causa? Non se ne parla proprio!>>.

<<Signora Maria, scusate, sono parecchi anni che non entro dalla parte vostra.  Forse sotto al fabbricato, dove stava il garage, ci avete fatto le piscine ? Perciò dicono che siete di lusso.>>.

<<Nooohh, quale piscina, ci sta sempre quel vecchio garage>>.

<< I geometri del Comune vedono tutte quelle piante nel cortile.  Il portiere, quando ci sta una sposa nel palazzo, mette  pure la striscia di tappeto rosso a terra. Forse per questo siete di lusso ?>>

<<Noohh>>.

<<Signora Maria, proprio davanti al palazzo tenete il giornalaio e la Metropolitana. Per questo ?>>

<<Noohh>>.

<<Pure la buonanima di mio suocero, che da giovane faceva il piastrellista e lavorava con l’appaltatore della Previdenza Sociale che ha costruito il palazzo nel 1953, diceva sempre che siamo la stessa cosa anche per sotto, dove stanno le tubature dell’acqua, del gas e del riscaldamento. Le case come le abbiamo comprate noi ve le potete comprare anche Voi>>.

<<A noi ci fanno il torto che affacciamo sul centro storico: la piazza è intestata a otto soldati morti decorati di medaglie d’oro della guerra 15-18, come otto sono le strade che arrivano proprio qua sotto. Voi affacciate lateralmente sulla strada che è intestata ad un solo soldato>>.

<<Signora Maria, sentite a me. La questione è una sola: da quando è salito questo governo hanno aumentato i prezzi e……. chi lo sa ‘e case a chi l’hanno vendere. Però credetemi, mi dispiace che dovete tenere questi pensieri per la testa>>.

 

La paradossale situazione di un immobile per metà venduto e per metà di pregio è riferita nell’ “Archivio del sito”, documento: Napoli-Piazza Medaglie d’oro 35

   documento per chi volesse approfondire l’incredibile vcenda di  Napoli-Piazza Medaglie d’oro 35

 

                   Stabile EX INPS in Piazza Medaglie d’oro, 35 - Napoli

      (individuato tra gli immobili cosiddetti di pregio – decreto ministeriale 1 aprile 2003)

1.  L’immobile fu costruito in base alla delibera dell’INPS del 21.7.1950 relativa alla realizzazione di un fabbricato di edilizia economico-popolare in una zona,  all’epoca,  periferica.

Per tutti i 106 alloggi, previsti su 5 scale ciascuna di 8 piani (compreso l’ammezzato) unico fu lo stanziamento di spesa ed il  progetto presentato il 2 aprile 1951 al Comune di Napoli, come unica fu l’approvazione del 23 maggio 1951 della Commissione Edilizia e la licenza edilizia n.584/Prat.245 del 10 ottobre 1951.

Unico fu l’appalto e l’esecuzione dei lavori da parte di una sola impresa, identiche furono le caratteristiche strutturali e dei materiali, le rifiniture, una sola è la centrale-caldaia che alimenta l’impianto di riscaldamento, unico fu l’accatastamento urbanistico come unica è stata l’applicazione del regime di equo canone delle locazioni e la successiva contrattazione dei patti in deroga.

Durante la costruzione, per ragioni esclusivamente tecniche (legate alla servitù di passaggio per una palazzina precedentemente costruita con il contributo dello Stato in base alla Legge 408/1949) fu deciso su indicazione del Comune di realizzare due ingressi: uno da Via Libroia 7 (facciata laterale dello stabile) per l’accesso ad una scala e l’altro da Piazza Medaglie d’oro 35 con cortile interno per l’accesso distribuito alle altre quattro scale. 

2. L’INPS, dopo aver verificato nel 1998 la propensione all’acquisto degli alloggi  con un’ apposita indagine rivolta contemporaneamente a tutti i 106 inquilini, ha avviato con lettere raccomandate del gennaio 2000 il procedimento di vendita dell’immobile in base al Decreto Legislativo 104/1996 proponendo formalmente la vendita ai primi 24 inquilini,  precisamente ai 24 locatari della scala cui si accede da Via Libroia 7.

La scala fa parte, si ripete, di un unico immobile ove alloggiano anche gli altri 82 inquilini.

La proposta di vendita contiene il prezzo di vendita determinato dall’INPS con l’Ufficio Tecnico Erariale e l’indicazione dell’abbattimento del 30 %; precisa poi l’ulteriore riduzione  nel  caso di acquisto in forma collettiva.

3. Inopinatamente, il Decreto del Ministero dell’Economia 1° aprile 2003, emanato in base al  Decreto Legge 25 settembre 2001 n.351, ha elencato lo stabile di Piazza Medaglie d’oro 35 tra gli immobili qualificati di pregio, quando lo stabile stesso deve essere considerato già in vendita in base alle precedente normativa e la sopravvenuta legge non può assolutamente contemplarlo.

Gli 82 restanti inquilini sono stati costretti, intanto, a tutelarsi entro i termini di legge (60 gg.) con un ricorso al TAR contestando la qualificazione di pregio assegnata allo stabile e chiedendo l’annullamento del decreto ministeriale del 1° aprile 2003.

L’INPS, dal canto suo, ha stipulato a dicembre 2003 con i primi 24 inquilini i rogiti di vendita degli alloggi, alle condizioni offerte nel gennaio 2000 senza dare alcuna comunicazione circa il prosieguo della procedura, lasciando quindi i restanti 82 inquilini nelle condizioni di dover affrontare un onerosissimo contenzioso per la tutela dei loro interessi.  

Incombe ora l’illegittima ed assurda  pretesa dell’INPS - originario proprietario ed oggi Ente Gestore per le vendite su procura generale della SCIP - di applicare nei confronti dei rimanenti  inquilini dello stesso stabile la normativa del Decreto-Legge n.351/2001, sopravvenuta nel corso della vendita, con esclusione di qualsiasi abbattimento sul prezzo di vendita essendo intervenuta la classificazione di pregio che incredibilmente riguarderebbe una parte dell’immobile.

 

Ove mai l’INPS dovesse formalizzare le offerte di vendita valutando gli alloggi come di pregio, gli inquilini sarebbero chiamati ad esercitare l’opzione in una procedura che essi ritengono illegittima e, per moltissimi di essi,  a condizioni oggi assolutamente insostenibili.  

 

4. Gli 82 locatari lamentano, dunque, il gravissimo danno causato dall’interruzione dell’invio delle offerte di vendita nel 2000 e dal comportamento  tenuto negli anni successivi lasciati passare senza correggere lo stato degli atti nei rapporti con la SCIP.   

 Sembrano violate le fondamentali regole di trasparenza, di imparzialità, di correttezza e di buona amministrazione, in disprezzo delle legittime aspettative degli inquilini ben note agli Uffici anche perché risultano palesi dagli atti e perché sono state più volte poste in evidenza dagli interessati.  

Fu risposto, all’epoca, che le lettere di offerta per la vendita dell’intero stabile sarebbero state inviate scaglionate nel tempo soltanto per non intasare il lavoro burocratico degli Uffici e che entro la fine dell’anno 2000 sarebbero state tutte spedite. 

Il mancato prosieguo della spedizione delle lettere di offerta sembra dovuto al  passaggio della proprietà alla SCIP e alla sopravvenuta normativa del 2001.

All’atto del trasferimento della proprietà degli immobili alla SCIP (2°cartolarizzazione D.M. 21 novembre 2002), l’INPS avrà comunicato  la vendita in corso soltanto per le unità occupate dai 24 inquilini con ingresso da Via Libroia 7, lasciando che sui rimanenti 82 ricadesse l’equivoco che ad un diverso numero civico corrispondesse un diverso stabile.

Per Piazza Medaglie d’oro 35 è sopravvenuta nell’aprile 2003 l’assurda qualificazione del pregio.

 .

Tra le assurdità quella affermata recentemente dall’INPS, di fronte alla richiesta di chiarimenti sull’intera vicenda che ha provocato un palese ingiusto danno economico agli inquilini e una  disparità di trattamento:  “”come proprietario, l’INPS aveva tutta libertà di vendere anche parzialmente la sua proprietà, cioè una sola scala dello stabile””.   Tesi insostenibile per coprire, forse, l’ errore di aver considerato i due diversi numeri civici di ingresso allo stabile appartenenti a due distinti edifici.

Rimane incomprensibile, poi, il perché l’INPS non abbia voluto o potuto rettificare, anche successivamente,  gli atti di trasferimento degli immobili alla SCIP.

Come se un Ente Parastatale potesse liberamente gestire le funzioni pubbliche esercitando la  discrezionalità amministrativa, che gli concede l’ordinamento giuridico, al di fuori delle più elementari regole di trasparenza e correttezza.